Tre mesi dopo l’affondamento di una nave di migranti, inchiesta sul dramma di Cutro
Giovedì 1Er giugno nel pomeriggio i carabinieri hanno effettuato perquisizioni presso il comando regionale della Guardia costiera e della Guardia di finanza della Calabria. È sulle rive di questa regione del sud Italia, più precisamente a Cutro, località balneare, che il 26 febbraio, il Amore estivo, una nave di migranti affondata si è rotta a pochi metri dalla riva, causando la morte di 94 persone, tra cui 35 minori. Tre alti funzionari della Guardia di finanza sono stati ufficialmente incriminati il 1 °Er june, accusato di non aver impedito il dramma. “Ci sarà un processo per l’affondamento di Cutro”, dà il benvenuto a Francesco Verri, uno degli avvocati delle famiglie delle vittime. « Lo Stato ha chiare responsabilità, la procura di Crotone le stabilirà e porterà i colpevoli davanti al giudice “, vuole credere?
Come spiegare che l’imbarcazione, individuata il 25 febbraio in serata da Frontex, l’agenzia europea della guardia costiera e della guardia di frontiera, mentre si trovava ancora a 70 chilometri dalle coste italiane, non è stata oggetto di un’operazione di salvataggio fino a sei ore dopo?
“Nessuna comunicazione di emergenza è stata emessa da Frontex” si è difesa, il 4 marzo, Giorgia Meloni prima di sollevarsi : “Qualcuno di voi pensa davvero che il governo italiano avrebbe potuto salvare la vita di sessanta persone, compresa quella di un bambino di circa 3 anni il cui corpo è stato appena trovato oggi, e che non lo ha fatto? »
Dopo diversi mesi di indagini, mondo, i suoi partner da Lighthouse Reports, d’El Pais, da Sky News, da Domani e dal Süddeutsche Zeitung, sono in grado di stabilire le esatte circostanze di questo naufragio, grazie a documenti riservati, supportati dalle testimonianze di una ventina di sopravvissuti e dall’analisi di video esclusivi, che contraddicono la versione del governo italiano. Secondo le nostre informazioni, già il 25 febbraio, cioè il giorno prima dell’affondamento, Roma era a conoscenza di elementi che avrebbero dovuto portare all’innesco dei soccorsi. Tra questi indizi, la presenza di migranti a bordo, il probabile sovraccarico della barca aggiunto alle condizioni meteorologiche. Contattato da mondoné la guardia costiera, né la dogana, né l’ufficio del primo ministro italiano hanno risposto alle nostre richieste di interviste.
“Le barche che trasportano rifugiati, richiedenti asilo e migranti sono invariabilmente sovraccariche e inadatte a un lungo viaggio, soprattutto se il mare è agitato, stabilisce una raccomandazione della Corte europea dei diritti dell’uomo nel 2019. Ne consegue che dovrebbero essere considerati come barche in pericolo non appena lasciano il loro punto di partenza. » “Se applichiamo questa regola al nostro caso, sembra ovvio che l’Italia abbia violato questa raccomandazione europea”., accusa l’avvocato Francesco Verri.
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