Euro 2020: Chiellini, Bonucci and the Art of Defense
Barzagli, ovviamente, è in una posizione migliore per analizzare la loro relazione rispetto a molti altri. Fino a poco tempo fa Bonucci e Chiellini non erano una coppia, ma parte di un trio, sia per la Juventus che per l’Italia: Barzagli lo ha completato, fino a quando non si è ritirato prima dalla contesa internazionale nel 2018, per poi ritirarsi dal gioco del tutto pochi mesi dopo.
Ognuno, in quel triumvirato, aveva il suo ruolo. Nella stima di Chiellini, era quello “aggressivo”, Bonucci era il “metronomo” e Barzagli il “professore”. “È sempre nel posto giusto al momento giusto”, ha detto Chiellini.
Per Bonucci, Barzagli era “l’esempio”. “Andrea è imbattibile negli uno contro uno”, ha detto.
L’interpretazione di Barzagli corre su linee simili. “Giorgio è il tipo di difensore che ha bisogno di sentire il contatto”, ha detto. “Usa la sua intelligenza ma anche la sua forza fisica per negare spazio a un giocatore. Quel tipo di difesa è sempre più raro ora. È cambiato molto negli ultimi anni. Non voglio dire che sia uno degli ultimi grandi difensori italiani, ma è in quella tradizione”.
Bonucci, al contrario, è “più moderno”, ha detto Barzagli, più bravo a “leggere il gioco, capire le situazioni”, il tipo di giocatore che Pep Guardiola, il sommo sacerdote dello stile difensivo moderno, ha descritto come “uno dei suoi preferito di sempre.” Matthijs de Ligt, il difensore olandese che è l’erede di Barzagli alla Juventus, ammira la sua “visione, la precisione dei suoi passaggi lunghi e corti”. Vede qualcos’altro in Chiellini. “Sembra che abbia una calamita in testa”, ha detto de Ligt.
Barzagli non ha ancora deciso dove guarderà la finale di domenica. I nervi non lo hanno mai turbato come giocatore; guardare le partite da spettatore, ha scoperto, è un po’ più stressante. “È perché non puoi fare nulla”, ha detto. Potrebbe scegliere di vegliare nel santuario della propria casa, piuttosto che con altre persone, per aiutarlo ad affrontarlo meglio.