L’Inghilterra batte la Germania e raggiunge i quarti di finale di Euro 2020
LONDRA — La storia, hanno detto i giocatori inglesi, non contava. Non un solo membro della squadra di Gareth Southgate ricorda il dolore del 1990. Solo uno o due hanno avuto il più vago ricordo dell’amaro rammarico del 1996. Per la maggior parte, l’ombra che la Germania getta sull’Inghilterra nel calcio risale solo a un decennio o giù di lì, al 2010 , l’ultimo aggiornamento del grande complesso di inferiorità dell’Inghilterra.
Ma questo non vuol dire che non li abbia colpiti. Lo sdolcinato senso di morte imminente che infetta l’Inghilterra prima di ogni torneo importante. L’autoflagellazione e il dubbio endemico e la frenetica messa in discussione di ogni decisione, per quanto minore: che tutto risale a quelle sconfitte, a quei giorni in cui l’Inghilterra era così vicina eppure così lontana, quando la Germania rappresentava tutto ciò che il paese — o almeno la sua squadra di calcio — non potrebbe esserlo.
È stato proprio questo, tutto questo, che hanno dovuto superare per raggiungere i quarti di finale di Euro 2020, davanti a un Wembley chiassoso, un posto sul grilletto, pronto a festeggiare o a castigare al primo accenno di speranza o di disperazione. Ed è stato questo, tutto questo, che è venuto fuori quando Raheem Sterling ha battuto l’Inghilterra in avanti, proprio mentre i nervi cominciavano a tremare e i fantasmi cominciavano a librarsi.
All’improvviso, Wembley non era mezzo vuoto; era pieno, ribollente e commovente, un mare di persone, che ribolliva e ribolleva e sembrava scuotere uno stadio che, un attimo prima, era pieno di tensione e di dubbi, come lo è stato per quasi 60 anni.
Pochi minuti dopo, Harry Kane sistemò e il posto esplose di nuovo. I giocatori potrebbero non ricordare, ma i tifosi sì, e ora, finalmente, potevano sentire tutto sollevarsi dalle loro spalle: non era stata solo la Germania ad essere stata battuta, 2-0, ma tutte le ragioni per non crederci, tutte le ragioni per temere.
L’Inghilterra non batteva la Germania in una partita a eliminazione diretta in un torneo importante – quando contava davvero – dal 1966, momento culminante del paese. Ora, era così. Solo allora, in quel momento, la storia non aveva più importanza.