la musa ebraica in regime di mussolini


Immagini di seppia di Benito Mussolini, in uscita, a torso nudo-onda adriatico, circondato da un branco di ammiratrici énamourées, e la messa in scena della “virilistes” nel corpo del dittatore, sono stati in gran parte ispirato da una donna. Margherita Sarfatti (1880-1961), risultante dalla grande borghesia ebraica veneziana, era l’amante, il direttore della comunicazione e, si direbbe oggi, l’allenatore del Duce.

Nel 1912, direttore di Avantiil giornale del Partito socialista italiano (PSI), Mussolini fece di questo brillante critico d’arte della sua amante. O meglio uno dei suoi amanti, che si adatta il giovane e ambizioso donna. Dopo una metà di idee progressiste, che guida la bussola ideologica titubante del dittatore in erba. Contrariamente alla posizione di pacifismo nel PSI, lei lo convince a sostenere l’entrata in guerra dell’Italia a fianco con la Francia. Dopo il pessimo risultato del nuovo movimento di Mussolini alle elezioni legislative, 1919, Margherita, che ha colto le potenzialità del personaggio, lui per avanzare di 1 milione di sterline di rimbalzo indietro e essere le milizie che diventerà il suo braccio militare.

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La comunità ebraica italiana è ben lungi dall’essere completamente ostile al movimento fascista. Alla fine di ottobre del 1922, quando, che inizia la marcia su Roma, i due amanti si trovano presso il Teatro Dal Verme di Milano. Mussolini, che riceve notizie contrastanti, panico ; egli teme che il tutto diventerà acida e vuole andare in pensione in Svizzera. Per la Margherita, non è il problema. “A piedi o morire ! “sarebbe stato lanciato. Due giorni dopo, il suo pupillo, è nominato presidente del consiglio di amministrazione.

Hagiographal

Concubina informale a Roma, mentre la moglie è ufficialmente retrocesso in Milano, il co-fondatore e la faccia del partito al potere sfilata a cerimonie pubbliche. Sul lato del giardino, lei è inserito come dame di compagnia della regina Elena e anima il movimento del Novecento Italiano, un melting pot di un’estetica fascista. Sul lato cortile, l’ex pasionaria socialista giustificato dalla stampa nelle mani delle milizie e il turno da un regime autoritario.

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Nel 1925, Margherita Sarfatti pubblicata Duxuna agiografia del dittatore che sta per essere un enorme successo all’estero, mescolando testi laudateurs e immagini pseudo-intimo, rendendo l’uomo provvidenziale per essere un pensatore come un atleta. “Vediamo Benito in tamer con il suo leone, o un cavallo, un cenno alla folla poi lui non sa come stare su un monte (…) e che la sua leonessa, avendo vissuto per un periodo nel suo appartamento, l’ospitata di solito con gli artigli “ride Diane Ducret in Le donne del dittatore (Perrin, 2011).

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